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Il Monastero di Sant’Isidoro ed i suoi Chiostri: la Chiesa Nazionale Irlandese e le opere nascoste del Bernini
Misteri e tesori nascosti tra le silenziose mura del Monastero di Sant’Isidoro (apertura speciale)
A pochi passi dal vibrante cuore di via Veneto, si cela un angolo di Roma avvolto nel mistero e nella quiete: il Monastero di Sant’Isidoro. La sua storia affonda le radici nel lontano 1622, un’epoca di fervore religioso e di esodi silenziosi. Immaginate: frati francescani spagnoli che, in onore di un santo contadino, erigono un rifugio spirituale su un terreno dimenticato.
Ma il destino aveva in serbo un intreccio inatteso. Appena due anni dopo, le mura ancora incompiute del monastero accolsero un gruppo di francescani irlandesi guidati dal teologo Luke Ward, anime in fuga dalle persecuzioni che infuriavano nella loro terra. Da allora, questo luogo è divenuto il cuore pulsante della Chiesa Nazionale Irlandese a Roma, un custode di tradizioni e di storie celate.
E non finisce qui. Durante le turbolente occupazioni napoleoniche, il monastero divenne un crocevia inaspettato di culture. Mentre una parte veniva requisita, l’altra ospitava un singolare gruppo di artisti nordeuropei, i cosiddetti “Nazareni”, dalle lunghe chiome bibliche e da uno stile di vita ascetico. Le loro tracce romane si ritrovano persino nel prestigioso Casino Massimo Lancellotti ed il loro passaggio ha lasciato un segno indelebile nella toponomastica romana: la via antistante il monastero è ancora oggi via degli Artisti. Tra le sacre mura della chiesa, una cappella laterale custodisce due affascinanti affreschi di Friedrich Overbeck, un esponente di questo enigmatico movimento artistico.
Ma il vero tesoro di Sant’Isidoro si cela tra le sue navate barocche, miracolosamente preservate nel tempo. Oltre alla facciata-portico rococò, preceduta da un giardino segreto curato con dedizione dai frati e da una scenografica scalinata con le statue dei santi patroni, l’interno svela capolavori settecenteschi inattesi: le opere di Carlo Maratta, tra cui spicca il ciclo dedicato a San Giuseppe e la sublime pala d’altare dell’Immacolata Concezione.
E poi, come un gioiello incastonato, si rivela la spettacolare Cappella de Sylva, un’opera commissionata al genio di Gian Lorenzo Bernini. Ma la sua storia è avvolta da un velo di mistero: nell’Ottocento, le due statue raffiguranti le Virtù furono giudicate troppo audaci e vennero coperte con pudiche camicie di bronzo, un segreto svelato solo durante i restauri del 2002.
Ma la vera sorpresa si annida in un angolo poco noto del monastero: una scultura del Bernini raffigurante una donna che mostra il seno, un’opera di rara bellezza e dal significato enigmatico, solitamente inaccessibile al pubblico. Questa visita esclusiva vi offrirà la rara opportunità di contemplare questo capolavoro nascosto.
Il viaggio nel cuore di Sant’Isidoro prosegue nell’Aula Maxima, dove affascinanti affreschi seicenteschi di fra’ Emanuele da Como attendono di raccontare le loro storie. E adiacenti alla chiesa, i chiostri – quello spagnolo, intimo e raccolto, e quello di Wadding, più ampio e decorato con un ciclo di affreschi – vi trasporteranno in un’atmosfera di contemplazione e storia.
Questo luogo sacro non è solo un monumento, ma un centro di studi e ricerche francescane di rilevanza internazionale. Preparatevi a un’esperienza unica, un viaggio nel tempo e nell’arte che vi svelerà i segreti e le meraviglie nascoste del Monastero di Sant’Isidoro.